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TECH.EMOTION CLUB

L’ecosistema della filantropia: insieme per creare valore

28 Febbraio 2025
Persona con un maglione nero davanti a una slide con logo "Tech Emotion Club" e scritta "GRAZIE" durante una presentazione.

Uno sguardo al futuro: tra filantropia e connessioni autentiche

La filantropia non è semplice beneficenza. È un ecosistema pulsante, dove cuore, risorse e visioni si fondono per generare un cambiamento reale e sostenibile nel tempo. È la forza delle connessioni che amplifica l’impatto, trasformando ogni gesto, anche il più piccolo, in un motore di ispirazione collettiva. Perché il vero cambiamento nasce dall’azione, dalla volontà di costruire qualcosa di più grande, insieme.

Una premessa, questa, condivisa con Dynamo City Camp di Milano che – il 24 febbraio 2025 – ha ospitato nei suoi spazi un momento di umanità, di ispirazione e di confronto sul ruolo della filantropia in Italia e sul valore della diversità e dell’inclusione, elementi che guidano e contraddistinguono il lavoro di Dynamo Camp e di Fondo Filantropico Italiano, partner in questa occasione di un incontro che si è inserito nel percorso più ampio del TechEmotion Club, il nostro programma di membership pensato per creare connessioni uniche all’interno di una comunità esclusiva.

Un momento prezioso attraverso cui abbiamo imparato molto, utile per condividere storie di impegno e di trasformazione , inaugurato dalle parole di Mattia Mor, CEO di Emotion Network, che ha introdotto l’operato delle due fondazioni: “Dare un aiuto a chi aiuta significa amplificare l’impatto e generare nuove opportunità“, aggiungendo: “collaborare con Dynamo Camp e il Fondo Filantropico Italiano significa essere parte di un sistema in cui il cambiamento diventa realtà.

 

Dynamo Camp: dove la cura diventa libertà d’espressione

Il microfono è passato poi nelle mani di Serena Porcari, CEO di Fondazione Dynamo Camp ETS e Dynamo Academy, che ha aperto le porte allo straordinario lavoro compiuto quotidianamente da Dynamo Camp, un modello di impresa sociale, che opera in modo sostenibile per ampliare l’accesso alla filantropia, nonché un luogo dove i bambini e i ragazzi con patologie gravi o croniche, come i disturbi del neurosviluppo, possono vivere un’esperienza che va oltre la cura. Dal 2007, l’iniziativa ha portato terapia ricreativa a chi più ne ha bisogno, offrendo gratuitamente attività che coinvolgono il mondo della musica, del teatro, della danza e del cinema.

Nato nella tranquillità della Toscana, il progetto ad oggi è riuscito ad arrivare anche in città, con iniziative come i City Camp, che portano la magia di Dynamo nelle metropoli, supportato da una raccolta fondi annua di 9,8 milioni di euro.
“Lavoriamo ogni giorno per garantire esperienze uniche a bambini e famiglie con bisogni speciali, creando un ambiente in cui possano esprimersi liberamente attraverso arte, sport e creatività”, ha spiegato Serena Porcari, sottolineando il valore dell’inclusione e aggiungendo: “ciò che rende speciale Dynamo Camp è che qui la cura passa anche attraverso il gioco. Un gioco che non è solo un intrattenimento, ma una forma di espressione, di crescita, di libertà. È un modo per restituire ai bambini e alle famiglie la possibilità di sentirsi parte di una comunità che li accoglie senza giudizio, senza limiti.”

Guardando al futuro, Dynamo Camp sta sviluppando un modello di franchising, un passo strategico per portare la sua missione in nuove città e offrire a un numero sempre maggiore di famiglie l’opportunità di vivere quest’esperienza trasformativa.

 

Fondo Filantropico Italiano: dare fiducia, generare impatto

Il secondo intervento ha messo a fuoco un aspetto cruciale: il ruolo della filantropia in Italia e la necessità di renderla più accessibile ed efficace. Marcello Gallo, presidente del Fondo Filantropico Italiano, ha sottolineato un dato sorprendente: nonostante un patrimonio privato di 11.000 miliardi di euro, solo lo 0,21% della ricchezza finanziaria viene destinato alla filantropia.
Gli italiani sono generosi, ma spesso si sentono sopraffatti dalle richieste o diffidenti verso gli enti benefici. Il nostro obiettivo è creare un ponte tra chi vuole donare e le realtà che possono davvero fare la differenza”, ha spiegato Gallo, evidenziando che l’83% dei donatori si definisce disorientato, mentre il 60% percepisce il terzo settore come poco trasparente.

In risposta a questa diffidenza, il Fondo opera come intermediario filantropico, facilitando donazioni nazionali e internazionali e offrendo strumenti come il Donor-Advised Fund (DAF), una soluzione flessibile che consente ai donatori di concentrare le risorse su progetti specifici, come ben spiegato da Simonetta Schillaci, vicepresidente esecutivo della fondazione: “Con strumenti come i Donor-Advised Fund, possiamo rendere la filantropia più accessibile e semplice, attraverso un approccio strategico che permette di sostenere cause senza dover creare una fondazione propria, riducendo costi e complessità amministrative affinché chiunque possa contribuire ad un impatto duraturo.”

Il Fondo non si limita a facilitare le donazioni, ma accompagna i donatori nella costruzione di progetti su misura come borse di studio, programmi per donne vittime di violenza e progetti per la cura di animali di persone anziane.

Un lavoro importante che dimostra come la filantropia non sia solo un gesto isolato, ma un ecosistema capace di generare valore e impatto concreto su larga scala.

 

Cosa ci rende davvero umani?

Creare connessioni, condividere idee, generare valore. Dynamo Camp e il Fondo Filantropico Italiano hanno mostrato con concretezza come la filantropia possa diventare motore di trasformazione, non solo per chi riceve, ma anche per chi sceglie di mettersi in gioco.

Ciò che ci rende davvero umani è la capacità di guardare oltre noi stessi, di riconoscere il valore della connessione e di trasformare l’aiuto in opportunità, la fiducia in azione, l’empatia in impatto reale. Sono le scelte che compiamo ogni giorno, guidate dai valori che vogliamo ci definiscano, a tracciare il nostro percorso. Ed è nella consapevolezza di queste azioni che si
riflette il vero ritratto di ciò che siamo, come individui e come società.
La nostra missione è costruire connessioni tra persone, idee e competenze, creando ecosistemi in grado di generare valore umano, economico e sociale. Ogni incontro, ogni evento che organizziamo, è pensato per favorire il dialogo, lo scambio di idee e la collaborazione tra mondi diversi: imprenditori, innovatori, creativi, filantropi e investitori“, ha concluso Mattia Mor, sottolineando come il TechEmotion Summit 2025, in programma il 28-29 maggio presso la Triennale di Milano, sarà un nuovo passo per rafforzare questa visione condivisa.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e reso speciale questo incontro.
Perché tendere una mano è più che un semplice gesto.
È aprire una possibilità, accorciare le distanze, lasciare un segno che si propaga oltre noi stessi.

È costruire qualcosa che dura, insieme.